domenica 15 novembre 2009

mi sento sola

venerdì 30 ottobre 2009

LE COSE CAMBIANO, LE PERSONE CRESCONO:E' VERO!

Marcos scrive:
ela
Marcos scrive:
hachiko
eleonora scrive:
!
Marcos scrive:
ti devo dire una cosa
eleonora scrive:
anch'io
Marcos scrive:
a febbraio o casa mia
eleonora scrive:
bello!!!
eleonora scrive:
dove?
Marcos scrive:
a prato
Marcos scrive:
conb il mio boy friends
eleonora scrive:
bene
eleonora scrive:
mi sa che fai prima te di me..
Marcos scrive:
te?
Marcos scrive:
ccosa mi voi dire
eleonora scrive:
ho realizzato il mio obiettivo
eleonora scrive:
almano per ora
eleonora scrive:
sono un'insegnante!
Marcos scrive:
vivvvaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Marcos scrive:
prof ele
eleonora scrive:
si!
eleonora scrive:
ho solo sei ore la settimana
eleonora scrive:
ma è impegnativo!
eleonora scrive:
però sono contenta insegno psicologia
Marcos scrive:
igrande
Marcos scrive:
grande
eleonora scrive:
grazieeee
Marcos scrive:
sei la miglire
eleonora scrive:
ho una supplenza per tutto l'anno
eleonora scrive:
grazie
Marcos scrive:
vivva frof: ele
eleonora scrive:
però sarà difficile conquistare tutti i miei alunni
Marcos scrive:
prof;ele
eleonora scrive:
sono al datini!!!!
eleonora scrive:
che ciuchiiiiiiii
eleonora scrive:
però non tutti!
Marcos scrive:
io lavoro a dicenbre nel hotel datini di prato
eleonora scrive:
che coincidenza!
Marcos scrive:

Marcos scrive:
siamo grandi noi
Marcos scrive:

eleonora scrive:
che bello in un hotel!!!!!!
Marcos scrive:
si come aiuto cuoco
Marcos scrive:

eleonora scrive:
ma bravo!
eleonora scrive:
e adesso?
Marcos scrive:
cerco casa
Marcos scrive:
xfebbraio
eleonora scrive:
hai trovato solo per dicembre o da dicembre lavori?
Marcos scrive:
da dicenbre lavoro
eleonora scrive:
benone
eleonora scrive:
sono fiera di te
eleonora scrive:
mi raccomando
eleonora scrive:
impegnati
Marcos scrive:
come vuoi che ti c hiame ora profesoresa ele
eleonora scrive:
noooo
eleonora scrive:
meglio hachiko o ele
Marcos scrive:
tvb
Marcos scrive:
hachiko grazie di tutto
Marcos scrive:
sei una insegnate speciale
Marcos scrive:
mi ai insegnato tante cose
Marcos scrive:
mala cosa più importante è vivere
eleonora scrive:
si!
Marcos scrive:
grazie
eleonora scrive:
grazie mi fai commuovere!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Marcos scrive:
grazie
eleonora scrive:
sono contenta per te
eleonora scrive:

eleonora scrive:
però non piango davvero
Marcos scrive:
ahahahaha
eleonora scrive:
ho una forte emozione però!!!!
eleonora scrive:

Marcos scrive:
cmq ti saluto hachiko
eleonora scrive:
si ok
Marcos scrive:
ciao
eleonora scrive:

Marcos scrive:
caiooooo
eleonora scrive:
grazie a te
eleonora scrive:
caioooooo

martedì 15 settembre 2009

Follia




"La follia siamo io o voi amplificati".

Dejavù autunnale



Ritorno, eccomi di nuovo qui. E' passata l'estate, silenziosa, preparatoria. Ho sviluppato una nuova passione che sta nascendo dentro me e ho una gran voglia di farla crescere, di alimentarla durante quest'anno -la fotografia. (Se volete dare un'occhiata....) http://www.flickr.com/photos/bluellen/
Tra ieri e oggi, dopo mesi di sole ostinato, è arrivato improvvisamente l'autunno, o quello che sembra...il mio umore ovviamente ne ha risentito, ma non so spiegare come..una lieve malinconia ma allo stesso tempo un senso di protezione, di ritorno a casa. Il cielo nuvoloso è un ricordo lontano che appare oggi ai miei occhi sempre un pò stupiti e sempre un pò delusi.
la pioggia, l'umidità, il silenzio e improvvisamente è come se tornassi a sognare, ho una gran voglia di partire, andarmene da qualche parte, ma le vacanze non sono contemplate quest'anno...è un momento di attesa che dura da tanto, l'attesa dell'inizio di una nuova vita, di una casa che pian piano stiamo creando, con fantasia, con smania, con rabbia e desiderio, con incomprensione, con stanchezza e impazienza.
Quest'anno non ho fatto viaggi, non ho fatto fuggire la mente da nessuna parte, ho solo atteso. Ma ciò che mi aspetta è più grande, molto più grande di tutte le mie aspettative, una casa, un rifugio per noi. E la solitudine sarà solo un lontano ricordo.

sabato 11 luglio 2009

Estate



Tutto quello che ci resta è questa giornata
negli attimi che scorrono fluidi intorno a noi
non c'è altro che ci resta, credimi, per definire cos'è la gioia
è questo sangue che sgorga dal mio petto
è questo mio cuore gelato che si riscalda
sotto il sole di luglio.

tutto quello che ci resta è ora
non aver paura, Amore, di questa giornata.
Tu sai che finirà
ma è tutto quello che ci resta.
La vita corre nei binari del giorno
non te ne scordare.

il vento mi abbraccia e so che posso respirare
il verde delle foglie che mi riempie di armonia
io so quello che mi resta

è il dolce silenzio
che sta dentro di me.

venerdì 26 giugno 2009

Michael Jackson - Smooth Criminal (Radio Edit)

E' morto Micheal Jackson...l'eroe musicale della mia infanzia....quando ero piccola ballavo e cantavo freneticamente le sue canzoni (questa era la mia peferita!) e così buttavo fuori tutta la mia rabbia e la mia energia....Grazie Micheal!

lunedì 15 giugno 2009

FAITH NO MORE - Ashes to Ashes - live @ Rock In Idro, Milano - 14.06.2009

Ieri sera sono tornata adolescente con questo gruppo che mi ha fatto sognare e ancora riesce a regalare grandi emozioni!Grande Mike Patton e i Faith no More!!!!!!!!!!!!!

martedì 26 maggio 2009

E' FINITA!!!!





Sono felice di aver finito, ma sono anche felice di aver vissuto questi due anni, di aver conosciuto delle persone, di essere tornata a tremare nei banchi di scuola. Adesso ho una sensazione strana, mi sento quasi nostalgica e, per assurdo, sono contenta di rivedere alcuni di loro al corso sul sostegno che inizierà a breve.
Ringrazio tutti gli specializzandi del nono ciclo della ssis in scienze umane, senza di loro non sarei riuscita ad arrivare in fondo.

Dedico a tutti loro questa lettera scritta dallo psicologo russo Vygotskij (1896-1934), chiamato il "mozart della psicologia", per l'originalità delle sue teorie, per la ricchezza della sua produzione e la sua morte precoce. La scrisse alla sua assistente Roza E. Levina il 16 luglio 1931.



"Ed ora un altro tema su cui scrivete. Sulle disarmonie interne, sulla difficoltà di vivere. Ho finito proprio ora di leggere quasi per caso Tre anni di Cechov. Forse lo dovreste leggere anche voi. Questa è la vita. E' più profonda, più ampia della sua espressione esterna. Tutto cambia in essa. Tutto diventa qualcos'altro. La cosa principale - ora e sempre - è quella di non identificare la vita con le sue espressioni esterne e basta. Allora, porgendo un orecchio alla vita (questa è la virtù più importante, all'inizio un atteggiamento in qualche modo passivo), troverete in voi stessa, fuori di voi, in ogni cosa, così tante cose che nessuno di noi può accogliere. Certo, non potete vivere senza dare spiritualmente un significato alla vita. Senza la filosofia (la vostra, personale, filosofia della vita) ci può essere il nichilismo, il cinismo, il suicidio, ma non la vita. Ognuno però ha naturalmente la sua filosofia. Di fatto dovete farla crescere dentro di voi, darle spazio all'interno di voi stessa, perchè è lei che sostiene la nostra vita. Poi c'è l'arte, per me - la poesia, per un altro - la musica. E poi c'è il lavoro. Che cosa può turbare una persona che cerca la verità? Quanta luce interiore, quanto calore, quanto sostegno vi è in questa stessa ricerca! E poi c'è la cosa più impostante - la vita stessa - il cielo, il sole, l'amore, la gente, la sofferenza. Non sono semplicemente delle parole, sono cose che esistono. Sono reali. sono intrecciate alla vita. Le crisi non sono fenomeni temporanei, ma il percorso della vita interiore. Ce ne rendiamo conto con i nostri occhi quando passiamo dal sistema al destino (pronunciare questa parola è terrificante e bello allo stesso tempo, sapendo che domani indagheremo su cosa è nascosto dietro), alla nascita e alla caduta dei sistemi. Ne sono convinto. In particolare, tutti noi guardando il nostro passato ci accorgiamo che ci esauriamo. E' giusto. E' vero. Crescere è morire. E' particolarmente acuto nei periodi critici, come per voi, e pure alla mia età. Dostevskij scrisse con terrore sulla morte del cuore. E Gogol ne ha scritto in modo ancor più terrificante. E' realmente una piccola morte dentro di noi. Ed è questo il modo il modo in cui dobbiamo accettarla. Ma dietro a tutto questo c'è vita, movimento, cammino, il vostro destino (Nietzsche ha insegnato l'amor fati: l'amore per il proprio destino). Ma sto cominciando a filosofeggiare..."

Lev S. Vygotskij, 1931.

giovedì 21 maggio 2009

UFF...CHE CALDO




In questi giorni fa molto, molto caldo. Un caldo afoso che non ha niente a che vedere con le splendide giornate di primavera, è una lunga estate appiccicosa che non dà tregua e il mio umore ne risente. Perchè il caldo eccessivo mi dà alla testa, perchè la troppa luce mi fa vedere le cose in modo troppo vivido, perchè l'appiccicume e il senso di soffocamento mi allontana dalle cose. Le cose mi stanno strette, mi pesano, si allargano e sento bisogno di aria, di un pò di vento...mi piacerebbe passare delle giornate al mare o in campagna...la sera è l'unico momento di tregua in cui mi sento più libera. Sono difficile in questo periodo, in queste giornate di preparazione di questo ultimo esame, di questo studio che mi sta stretto e mi fa venire voglia di volare via....questo sconvolgimento nelle temperature mi sconvolge l'atteggiamento, mi sento come se fosse agosto, dopo un lungo anno faticoso, con la voglia di partire, di andare via. Spero solo che dopo l'esame possa rilassarmi un pò..peccato che mi tocca affrontare un altro periodo pesante, che mi aspettano due mesi di afa su e giù per firenze, ad ascoltare ancora nozioni su nozioni con la motivazione 0. Penso che sia un suicidio, ma ormai mi tocca proseguire per la strada che ho intrapreso, per non buttare via tutti i sacrifici fatti. Sono stanca, datemi qualche giorno e rinascerò, datemi un pò di pace!Spero che le serate, i concerti ecc...mi salveranno dalla noia e dall'apatia.

venerdì 15 maggio 2009

Bat For Lashes - Whats a Girl To Do

fantasmi

A volte penso che vorrei essere più semplice, lineare, una che si comporta sempre allo stesso modo e che è facile da capire. A volte mi capita di sentirmi così, ma poi, inevitabilmente, cado nella mia complessità. E ci cadono anche gli altri; sono complicata perchè mi sento raramemnte capita, perchè il mio umore varia, perchè ci sono cose che mi danno fastidio e mi chiudo in me stessa, impenetrabile. A volte divento pure antipatica e cattiva. se non mi sento capita per me possono andare tutti al diavolo. Ho capito una cosa in tutti questi anni, amaramente l'ho compresa, che alla fine di tutto, di tutti i discorsi, le relazioni, i tentativi di avvicinarsi e capirsi davvero, di volersi, siamo soli. Sono io che rimango con me stessa, a pensare, a cercare di capire, e soprattutto di difendermi. Non ho molta fiducia nel prossimo e tendo ad attaccare. Perchè so che tanto, in ogni caso, sono io che devo fare i conti con me stessa. E non mi interessa di cosa gli altri pensano di me, in quelle circostanze, in quei momenti in cui chiudo la cerniera della mia tenda e mi ci ficco dentro.Ho recuperato un rapporto esclusivo con me stessa ma non so se questo mi abbia fatto totalmente bene, prima mi affidavo più agli altri, adesso sono decisamente più sfiduciata, come quando da bambina si avvicinava qualche sconosciuto con la faccia da ebete e minacciosamente mi sorrideva porgendo le mani per tirarmi con violenza le mie guance paffute. Quando riesco ancora ad affidarmi, mi sento strana, ma mi sento bene, perchè ogni tanto si deve cedere, perchè uscire da sè a volte è una forza, non una debolezza. penso che, comunque, non tornerei indietro, credo di essere contenta lo stesso, della mia tenda, del mio rifugio, del mio gelo.Non credo sia buono per una convivenza con gli altri, ma ogni tanto serve a me. E quindi lo uso, compiaciuta, sapendo che il mio amore per gli altri non svanirà, che cercherò la compagnia e la sintonia e che passerà questo momento, come sempre.Ma il rifugio è sempre lì ad aspettarmi tutte le volte che voglio, è una sicurezza per me, anche se so che sarò nera e grigia, di rabbia, di delusione,ma sarò protetta, lì dentro.

Alla fine sono solo fantasmi che mi girano intorno, e che mi portano via. Ma è pur sempre la mia casa.

domenica 3 maggio 2009

Il sogno: Magritte, Freud e Nietzsche

Nel dominio dell’avanguardie Magritte è l’artista della profonda visione dell’essere , è colui che ha posto di fronte all’opera l’intelligenza che gli assicura la visibilità del pensiero, è l’onirico nella configurazione libera del sapere.



"Gli amanti"



"Le grazie naturali"




"Le joueur secret 1927"


Con Magritte la razionalità si ritrae, la logica si ripiega su se stessa, la mente si offusca. Accostamenti dissociativi, composizioni assurde, situazioni in bilico tra l’onirico e la più fervida immaginazione, tutto, nella diafona recettività dell’artista che trasferisce nell’immagine il pensiero visibile. Oggetti quasi banali, sapientemente incastonati in scenografie al limite del concepibile, risvegliano ricordi assopiti nei più remoti angoli dell’inconscio e le visioni oniriche acquistano, così, tangibilità con simboli e segni che turbano e inquietano lo spettatore.
Una mostra la cui soluzione di continuità è cesellata nel mondo dei sogni, dove ogni opera è una scena aperta nella teatralità della mente.
L’inconscio ne sprigiona la bellezza onirica, fonte di mistero e la prontezza mentale ne carpisce il senso.
Sono opere, quindi, che non appagano per una bellezza classica ma che stimolano l’istinto nella ricerca della propria profondità. Un gioco di quinte e fondali nel teatro dell’esistenza, proprio come nell’opera “Il fantino perduto” - la sua prima opera surrealista, dove un sipario teatrale incornicia il fantino a cavallo nella sua statica corsa, tra una foresta di pseudo-birilli rivestiti di spartiti musicali, trasformati in alberi.


MAGRITTE, SOGNI E RICORDI
Nulla è più lontano dalla realtà quanto una reale visione dell’anima allo specchio. Nulla è più lontano dall’irrazionale quanto l’inconscio razionale di Magritte. Percezione sensoriale, frantumazione dello spazio, dilatazione del tempo. Al di là della mente, nell’estrapolazione arcaica di segni che rimandano al sensibile, tutto ha un senso. Surrealistica introspezione dell’io nella conflagrazione di arte, filosofia e psicoanalisi. Il corpo, tempio dell’essere acquista valenza simbolica e l’astrazione dell’anima prende forma.
Renè Francois Magritte nasce nel 1898 a Lesines, in Belgio, monarchia indipendente dal 1831.
Non amava le biografie, la vita di un’artista, secondo Magritte, sta nelle proprie opere che la devono smentire. Una vita imperniata sui ricordi è presagio di una esistenza persa è l’immagine del passato in una proustiana ricerca del tempo perduto. Il pensiero froidiano, riconosce la presenza dei ricordi nel lavoro della memoria e in Magritte l’affermazione dello psicoanalista J.-B. Pontalis assume il suo pieno significato:
Non abbiamo ricordi d'infanzia, ma solo ricordi sulla nostra infanzia. Essi non emergono dal passato remoto ma si formano in tarda età. La nostra memoria è una finzione retroattiva, retroattivamente anticipatrice, che appartiene a pieno titolo al regno della Phantasia".
Il ricordo vive nell’inconscio, Freud ne percorre i labirinti, ne scandaglia il territorio, mettendo a nudo paure, ansie e desideri. Intime rivelazioni emergono dalla profondità dell’animo umano in riflessi di un vissuto inesplorato, enigmatico e visionario. Nell’inconscio, l’illogico incontra il ricordo e ne scaturisce l’iconografia sequenziale d’istanti cristallizzati nella nostra memoria emotiva. Appare, allora chiaro , come il tema costante della pittura di Magritte, si risolva in un segmento di ricordo legato alla morte della madre. Nel 1912 infatti, la madre viene trovata annegata nel fiume Sambre, con la testa avvolta da una camicia da notte. Il ricordo della camicia da notte che copre il volto, ritorna come un leit motiv in moltissimi lavori di Magritte. (L'historie centrale e i volti degli Amanti del 1928).


L SENSO E IL NON SENSO
Nel senso di esistere è imperniata la condizione umana, trovare un senso logico, concreto, corrispondente al vero, al trascendente è bisogno primario dell’uomo. La continua ricerca di un equilibrio tra il sé e l’esternazione del sé, si configura in una parabola tra etica e utopia, come quintessenza del pensiero per scorrere tra la linfa del mondo. Ma dietro l’apparente tranquillità delle cose c’è il sogno, il presagio, lo spirito, il surrealismo e lo spostamento del senso.
Il surrealismo non nega la realtà, la trasfigura, questo disorienta, sconcerta, inquieta, induce al mistero, all’enigma più dell’astrattismo. Fondamentalmente i principi basilari sono due: gli accostamenti inconsueti e le deformazioni irreali. I primi, spiegati da Max Ernst come “accoppiamento di due realtà in apparenza inconciliabili su un piano che in apparenza non è conveniente per esse".
Per libera associazione di idee si uniscono oggetti e spazi che non hanno niente in comune, distanti fra loro e appartenenti a contesti diversi. Ne risulta una visione di bellezza inedita, assurda, al limite del concepibile quasi, a voler frantumare le nostre certezze. Le seconde nascono dalla metamorfosi. Corpi, oggetti, forme rivelano la nature delle cose nella loro trasformazione in qualcos’altro. Caducità di uno stato transitorio che suggestiona la mente, suscita sensazioni sospese tra l’apparenza della realtà e il suo profondo, e induce a riflettere sul divenire comprensibile e l’onirico, il mistero, l’impenetrabile. La trasformazione della foglie in uccelli ne Le grazie naturali, 1963, di Magritte, è dialogo allo stato puro, dove nessun parametro logico viene rispettato, la visione supera la realtà, si stacca dalla sua crosta e vive libera da vincoli e da limiti.


ARTE E FILOSOFIA
Arte e filosofia , significati nascosti, giochi di rimandi, dissonanze di pensiero, trasparenza del percepibile, scivolamento nella consapevolezza, limiti sfiorati dall’esistenza, visibile e invisibile. Magritte è strettamente legato alla filosofia e in particolare a Nietzsche, le sue opere sono idee che prendono forma e trasmigrazione di forme in sensazioni. Sorpresa, turbamento, antitesi, paradosso e il non senso, rivoluzionano gli schemi mentali e il pensiero rimane sospeso nell’intelligenza del dubbio. Nietzsche è il filosofo che più di tutti influenza Magritte. Entrambi utilizzano lo smascheramento del reale e la metafora per la rappresentazione del pensiero. La conoscenza, quindi, appare come fonte di luce e di chiarezza per un universo in perenne ricerca della verità e prigioniero delle proprie convinzioni. Sintesi di alcuni passi di “ Zarathustra “ o della “ Gaia Scienza “ in visioni sovrapposte non combacianti, immagini che generano perplessità, ma sfiorano le corde dell’anima e traducono il suo suono nella trasmigrazione sensoriale del pensiero in forma. L’arte figurativa ha, cosi dato un’epidermide al senso o al …………... non senso.
Non tutti i pensieri giungono a completo compimento, ma ogni loro frammento è cellula germinale allo stato puro, è concentrazione di energia cosmica e bozzolo luminoso. La fluidità incorporea della poesia c’e ne fa assaporare la gioia stimolando il desiderio d’afferrare il sublime nella sua inafferrabilità. La gioia del non senso è sospesa nell’arbitrarietà degli eventi, come vitalità repressa emerge quando la situazione si capovolge, quando l’utile diviene inutile e la costrizione si allenta senza recar danno alcuno. Solo allora siamo capaci di gioire e di sentire il soffio libero del riso e della felicità camuffata da spavalderia. È la gioia portata all’estremo come la gioia degli schiavi nelle loro feste saturnali.

domenica 26 aprile 2009

martedì 21 aprile 2009

MARY TE VOIO BENE ASSAIEEEEEEEE

DIVERSITA'



"Non rinunciare mai a un principio sensato, importante, giusto e coerente con il tuo modo di essere, anche se il mondo sembra contro di te".

Caren Lissner, Lo strano mondo di Carrie Pilby

I miei sogni svelano la mia anima oscura....



"Così come il sogno è il guardiano del sonno, alla stessa stregua il lavoro onirico di ciascuno di noi sta a protezione delle profondità dalle quali il sogno nasce: l'ancestrale, il mitico, l'immaginale e tutte le nascoste essenze invisibili che governano la nostra vita. I sogni sono i vigili fratelli del sonno, della confraternita della Morte, araldi, sentinelle di quella notte imminente; e forse il nostro atteggiamento nei loro confronti andrebbe modellato su Ade, che accoglie, è ospitale e tuttavia conduce inesorabilmente nel profondo, è in sintonia con il notturno, l'opaco ed è dotato di una paurosa fredda intelligenza che offre permanente rifugio, nella sua casa, agli stati incurabili della nostra umanità."

James Hillman, Il sogno e il mondo infero.

domenica 19 aprile 2009

Bellissima scena del film Lezioni di piano

Il teatro delle crudeltà

Antonin Artaud (Marsiglia, 4 settembre 1896 – Ivry, 4 marzo 1948) è stato un commediografo, attore teatrale, scrittore e regista teatrale francese.

Nel libro Il teatro e il suo doppio, Artaud espresse la sua ammirazione verso le forme orientali di teatro, in particolare quello balinese. L'ammirazione ispiratagli dalla fisicità ritualizzata e codificata della danza balinese, gli ispirò le teorie esposte nei due manifesti del "Teatro della Crudeltà". Per crudeltà non intendeva sadismo, o causare dolore, ma piuttosto una violenta, fisica determinazione di scuotere la falsa realtà che, diceva, si stende come un lenzuolo sulle nostre percezioni[senza fonte]. Artaud riteneva che il testo avesse finito con l'esercitare una tirannia sullo spettacolo, ed in sua vece spingeva per un teatro integrale, che comprendesse e mettesse sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, movimento, suono e parola [1].
« Se il segno dell'epoca è la confusione, io vedo alla base di tale confusione una rottura tra le cose e le parole, le idee, i segni che le rappresentano... Il teatro, che non risiede in niente di specifico, ma si seve di tutti i linguaggi (gesti, suoni, parole, fuoco, grida) si ritrova esattamente al punto in cui lo spirito ha bisogno di un linguaggio per manifestarsi »

Antonin Artaud

La Canzone di Tom_ Il Teatro Degli Orrori

Ieri sera ho visto il concerto di questo gruppo, una rosa rossa in mezzo a una serie di pallidi ciclamini nel panorama del rock italiano attuale. Mi è piaciuta l'energia maledetta, il carisma, la rabbia autentica, l'urgenza di urlare contro il tutto contorniato da parole sentimentali e di denuncia sociale. Bravi, mi ricordate i miei anni '90 e i miei spudorati 20 anni.

"Questo non è uno scherzo non è neache una fantasia .... come ci illudi Tom di essere ancora tutti vivi mentre guardiamo sempre dall'altra parte......cantare una canzone per non dimenticarti più."

venerdì 17 aprile 2009

La primavera

w i colori e l'aria di PRIMAVERA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

sabato 4 aprile 2009

Mettere una crocetta (V/F)

"E avevo sempre un immenso desiderio di imparare a distinguere il vero dal falso per veder chiaro nelle mie azioni e procedere sicuro nel cammino della vita".

Descartes, Discorso sul metodo


Capisco così
il valore dei miei passi
lunga linea invisibile
attraversa strada stabile
verità di ciò che è
ogni tratto è un momento da vivere
mentre spiragli di sole
mi colpiscono
ma non mi accecano
io capisco
tra le piante
il valore dei miei passi
potesse essere così la vita
verità di ciò che è
ora capire
che va vissuta così

lunedì 30 marzo 2009

La Crisi




Sto vivendo una crisi
e una crisi c'è sempre ogni volta che qualcosa non va
sto vivendo una crisi
e una crisi è nell'aria ogni volta che mi sento solo

so che rimarrò distratto per un po'
quindi rimarrò altrettanto distante

quando inizia una crisi è un po' tutto concesso
quasi come a carnevale
quando è in corso una crisi dimentico tutto
e posso farmi perdonare

so che rimarrò un po' assente da scuola
e forse non andrei nemmeno al lavoro

quando arriva una crisi riaffiorano alcuni ricordi
che credevo persi
cosa penso di me cosa voglio da te
dove sono cosa sono e perchè

ho il sospetto che non sia un buon esempio
camminare a un metro e mezzo da terra

molto spesso una crisi è tutt'altro che folle
è un eccesso di lucidità
sta finendo la crisi e ogni volta che passa una crisi
resta qualche traccia

infatti ultimamente rido per niente
e non mi nascondo più facilmente
e malgrado sembri male
cambia solo il modo di giudicare

Bluvertigo

mercoledì 25 marzo 2009

cocktail della noia - riflessioni su un weekend -




Ogni tanto mi capita di sentire che la vita mondana proprio non m'appartiene, eppure continuo a frequentare, anche se per fortuna non molto spesso, alcuni locali, a uscire per passare un venerdì o un sabato sera fuori. Questo è uno dei momenti in cui mi rendo conto che anche i luoghi che in teoria dovrebbero maggiormente rappresentarmi, in cui le persone vengono ad ascoltare della musica dal vivo di un genere cosidetto alternativo che io personalmente seguo, riescono solo a farmi sbadigliare. A volte capita di recarmi in posti in cui si celebrano piccoli eventi e dei quali conosco almeno un terzo dei presenti e nonostante questo mi rendo conto che dopo un pò che me ne stò lì, a sorseggiare qualche mischiume di bevanda alcolica e a far finta di avere una conversazione - in questi casi l'attenzione si cattura soltando dicendo scemenze, ancor meglio se di carattere sessuale - e se la musica non riesce particolarmente ad emozionarmi o interessarmi davvero( sarebbe almeno un buon motivo per essere lì) allora compare un certo vuoto, una sensazione di inutilità e di stanchezza che piano piano mi invade. Tra gente che cerca qualcosa che non trova e altri che si credono a un metro da terra rispetto agli altri, tra quelli che hanno bevuto troppo (forse gli unici che almeno hanno l'illusione di divertirsi) e quelli che li stanno a guardare soddisfatti(sarà l'effetto reality?)si continua a perpetuare un'età che non abbiamo più e a voler ridere su ciò che, in realtà, non fa più lo stesso effetto...
Ma forse parlo solo per me, o almeno, per me non fa più lo stesso effetto!Ma anch'io per un pò sto al gioco e talvolta anche io interpreto la parte di chi "ha bevuto troppo" o di chi "stà a guardare".
Aveva ragione Pirandello quando diceva che abbiamo migliaia di maschere e che in fondo, dietro ad esse non siamo nessuno...eppure ci riteniamo tutti così unici e meritevoli di attenzione! Come siamo patetici!Questo mi fa sorridere..avere trent'anni oggi che cos'è?Certe cose hanno senso quando vengono fatte in certi momenti della vita e in certe situazioni. Credo che le persone che davvero sono state bene quella sera sono quelle che sono capitate lì per caso, magari erano stranieri in una città da scoprire, senza un'identità precisa in mezzo a facce sconosciute senza importanza, che si ritrovano un locale pieno di persone con un sottofondo musicale affascinante...magari sono state lì mezz'ora, un'ora e poi sarebbero state pronte per una nuova avventura. Allora forse poteva avere un senso la loro entrata lì, non chi si preparava da mesi a quell'evento, non chi ha scelto le canzoni, non chi si aspettava di incontrare qualcuno, non chi ha scelto accuratamente i vestiti per la serata, non me, non voi, solo quelle fortunate persone entrate lì dentro per caso. Tutto il resto, invece, è solo noia e una gran voglia di tornare a casa evitando di bere troppo per non essere fermati e farsi ritirare la patente come è successo a un gruppo di persone che erano lì, quella sera, tacita, liquida, lunare sera di marzo.

domenica 15 marzo 2009

Se tarderai...



Mi manchi, non credevo così tanto. Il mio essere s'impoverisce senza di te, la tua assenza mi impedisce di fare qualsiasi cosa con entusiasmo, se ritardi sai che soffrirò, di una sofferenza lieve e dolce, questo sentimento che mi fa compagnia lo posso sentire solo per te. Mi sento svuotata sempre più e allo stesso tempo piena di amore per te, una scia di malinconia mi accompagna nel cammino mentre provo a non pensare, ma tu sei lì nei miei pensieri, sei la mia immagine sfuggente e sai che se tarderai io ne soffrerò, se tarderai nel ritornare, nel riabbracciarmi. Torna qui più alla svelta che puoi, più passa il tempo e più ti desidero, più ti voglio con me. Ho bisogno di linfa, ho bisogno di te, non credevo così tanto, non pensavo di essere ancora attaccata a te come una bambina, come una farfalla a uno stelo, agganciata all'immagine di te che mi fa compagnia, che mi riempie di una bellissima malinconia, riaccendi il mio sguardo e affrettati a tornare, se tarderai sai che soffrirò....

giovedì 5 marzo 2009

Crescere è vita, la vita è crescere




"La crescita in sè è il solo fine morale"

J. Dewey

martedì 3 marzo 2009

Ivano Fossati - La costruzione di un amore

2 MARZO. ABBIAMO TROVATO LA NOSTRA CASA, NON CI RIMANE CHE CONTINUARE A COSTRUIRE IL NOSTRO AMORE.

domenica 22 febbraio 2009

Cristina Donà-Dove Sei Tu

DOVE SEI TU

Se chiudo gli occhi
posso arrivare
a prenderti.
Mi allungherò sino
a dove sei tu.
L’autunno
si è fermato sui rami,
è immobile.
Io imparerò ad arrivare
dove sei tu...
...qualunque sia la distanza.
Io ti verrò a cercare quando il buio tenta
di far risaltare la tua assenza.
Difficile è trovarsi ora,
più facile è perdersi.
Perdona se non sono ancora
dove sei tu.
Accorcerò la distanza.
Io ti verrò a cercare quando il buio tenta di far risaltare la tua assenza.
E ti verrò a cercare quando il buio resta e fa risaltare la tua assenza

Cristina Dona

lunedì 16 febbraio 2009

Fumo




"Un tempo anche Zarathustra gettò la sua illusione al di là dell'uomo, come tutti quelli che abitano un mondo dietro il mondo. Il mondo mi sembrò allora l'opera di un dio sofferente e torturato. Un sogno mi sembrò allora il mondo, e l'invenzione poetica di un Dio; fumo variopinto davanti agli occhi di un essere divinamente insoddisfatto". F.Nietzsche

venerdì 13 febbraio 2009

Emilio




"Si pensa soltanto a conservare il proprio bambino: non è sufficente; occorre insegnargli a conservarsi da sè quando sarà adulto, a sopportare le percosse del destino, a sfidare l'opulenza e la miseria, a vivere, se necessario, tra i ghiacci dell'islanda o tra le rocce infocate di Malta. Usate pure ogni possibile precauzione perchè non muoia: dovrà ben morire una volta; e quand'anche la sua morte non fosse effetto delle troppe attenzioni, queste sarebbero pur sempre inopportune. Non importa tanto impedirgli di morire, quanto farlo vivere. E vivere non è respirare: è agire, è fare uso degli organi, dei sensi, delle facoltà, di tutte quelle parti di noi stessi per cui abbiamo il sentimento dell'esistere. L'uomo che ha vissuto di più non è quegli che può annoverare il maggior numero d'anni, ma colui che più intensamente ha sentito la vita."

Jean-Jacques Rousseau Emilio

martedì 10 febbraio 2009

Amandoti......

Amarti m'affatica mi svuota dentro
Qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica mi da' malinconia
Che vuoi farci è la vita
E' la vita, la mia
Amami ancora fallo dolcemente
Un anno un mese un'ora perdutamente
Amarti mi consola le notti bianche
Qualcosa che riempie vecchie storie fumanti
Amarti mi consola mi da' allegria
Che vuoi farci è la vita
E' la vita, la mia
Amami ancora fallo dolcemente
Un anno un mese un'ora perdutamente
Amami ancora fallo dolcemente
Solo per un'ora perdutamente

sabato 7 febbraio 2009

CASA



Troveremo una dolce dimora dove custodire i nostri sogni?Dove ricominciare una vita insieme?

domenica 1 febbraio 2009




Stare con te è come stringere la mano all'esistenza.

giovedì 29 gennaio 2009

Satiro in estasi




"In fondo alle cose la vita è, a dispetto di ogni mutare delle apparenze, indistruttibilmente potente e gioiosa."

F. Nietzsche "La nascita della tragedia".

mercoledì 28 gennaio 2009

martedì 27 gennaio 2009

Tu chiamale se vuoi........

Quando non sai da dove proviene questa tristezza, questo senso di disagio, non riesci a focalizzare il motivo, è tutto solo molto sfocato. Dovrei pensare che quanto è fatto ha avuto il suo senso e non dovrei preoccuparmi di altro, non dovrei vivere tutte le esperienze in modo così pieno, ma per me è inevitabile....dò importanza alle persone e ai rapporti che costruisco, per me il distacco è solo una bella parola imparata a memoria, detta a voce alta in molte occasioni, ma non riesco a farlo veramente, anzi non ci riesco mai. Forse sono la persona meno indicata ad aiutare gli altri perchè mi faccio inglobare dalle cose e dagli eventi...vorrei essere troppo diversa da quello che sono anche se mi reputo la persona giusta al momento giusto. Vorrei poter distinguere con chiarezza ogni cosa della mia esistenza, avere di fronte a me le cose che mi girano intorno e poterle vedere davvero per quelle che sono. Non voglio inganni, vorrei riuscire a superare le barriere dell'apparenza e avere una visione nitida. Questo per me vuol dire essere adulta, e in questi anni ho cercato di farlo, mi sono impegnata in tutti i modi, ma c'è sempre qualcosa che mi sfugge, ritorna sempre quel momento in cui le emozioni mi dominano, come adesso e non mi fanno vedere le cose per quelle che sono e mi trascinano. La mia sensibilità non dovrebbe essere un ostacolo, ma un'arma a mia disposizione, credo che se arrivassi a questo diventerei una persona veramente unica e speciale, quella che vorrei diventare. Ci provo ma ci casco sempre. Le emozioni mi dominano e offuscano la vista della ragione, la sensibilità si fa fragilità ed è questa la cosa che più mi fa soffrire, anche se per poco, anche solo per un momento che svanirà ma torna sempre, incessantemente.

domenica 25 gennaio 2009

Inní mér syngur vitleysingur - Official Video

Che gioia di esistere, anelare alla più lucente armonia, giungere nel luogo più lontano dalla malinconia, sentire il pulsare del cuore, sperare, attendere il futuro, cercare la beatitudine!!!!

giovedì 22 gennaio 2009

La riservatezza

"Dobbiamo considerare tutte le nostre faccende personali come segreti e restare dei perfetti estranei al di là di quello che costoro possono vedere con i loro occhi. Perchè tutto ciò che essi sanno sulle cose più innocue, a lungo andare e in date circostanze, può eserci dannoso. In generale è consigliabile palesare la propria intelligenza con quello che si tace anzichè con quello che si dice: nel primo caso saremo ispirati dalla saggezza, nel secondo dalla vanità".

A. Schopenhauer

martedì 20 gennaio 2009

Tristezza o gioia?

Il viaggio sotterraneo


Non potrò mai saziare
il mio cuore indiavolato
mentre persevera nella notte
con le sue lugubri canzoni.

Quando le sue ombre gettano
rami neri ovunque nel mio corpo
la mente oscilla
facendo un rumore sottile.

Pezzi di me s’incastrano
(come vetri conficcati nella carne)
nell’anelito del mondo.
Ciò che ne esce talvolta è sangue
Talvolta è pura, folle, poesia.


Pura gioia


Esplodono e corrono interminabili
le gioie di un giorno perfetto
irraggiungibili
scagliano nell’aria
luci artificiali – immense –

I contorni delle cose si fanno luminosi
come nuvole al tramonto.

Senti questa musica
dove ci trascina?
Nello stesso luogo
dove l’ombra bacia il sole
e l’amante fa l’occhiolino ai nemici suoi.

Guarda la forma del dado
c’è sempre una faccia nascosta
e quel numero è capace di svelarti
l’assurdità di questo momento
in cui soffri senza un perché
mentre nel cielo
regnano ancora
polveri brillanti
di pura gioia.

lunedì 19 gennaio 2009

2009: un anno d'amore ....e di musica



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