lunedì 31 marzo 2008

Metafore casuali.



I Denti hanno il sapore del sangue;
la Televisione brilla;
la Solitudine è rosa e profumata;
il Dentifricio è azzurro come la Pancia di una Balena;
i Fogli Bianchi sono liquidi;
la Coda del Gatto è il movimento dell’Onda;
le Tende sono Lava Incandescente;
il Corridoio è segreto come la Camera Oscura;
le Labbra sono attorcigliate;
l'occhio è incrociato sul mondo;
l’Aria è un Corpo Sventrato;
la Porta giace;
il Treno piange;
le Chiavi sono Nasi Curiosi;
il Tempo è un ladro meticoloso;
l’Orologio è un Treno che non è mai in ritardo;
la Tovaglia è un mare di Fiori Imbalsamati;
lo Specchio è uno sguardo malizioso;
la Visione è piatta come la carne sotto le unghia;
l’Abitudine è l’Amica d’Infanzia: non ti tradisce mai;
Dormire è stare sotto la barca della Notte;
le Mattonelle sono la pista da ballo di una formica;
il Lampadario è il Picchio sull’Albero: non si stanca mai;
la Penna è una Bambina che vuole giocare
e fare sempre qualcosa di diverso;
la Mia Fantasia è un bosco poco illuminato;
la Strada sotto casa è Grigia come un animale morto;
la Finestra Illuminata si vergogna;
la Strada di Casa è solo Mia;
L’Aria Fresca della Sera è il sollievo di un carcerato
quando riesce a fumarsi una sigaretta…
Hachiko

domenica 30 marzo 2008

Marzo. Una serata.

Ieri sera, non ero io.Ieri sera mi sono comportata all'opposto di come avrei voluto.Ieri sera ero agitata per qualcosa prima di uscire, ma non sapevo perchè.Ieri sera ho voluto fingere ma l'ho fatto senza accorgermene.Ieri sera.I tuoi occhi immobili, grandi e pieni di rabbia.Le mie parole in un fluire d'alcol.La stupidità nelle mie parole.La disperazione nei miei gesti.Ieri sera, ho parlato ho parlato ho parlato, con questo con quello con chiunque.Ma non ho detto niente.E alla fine non mi sono neanche vista il concerto.Maledizione.
Hachiko.

"E' la scena in cui lei entra in sala da pranzo. Ubriaca. E si siede, senza aspettare la fine della preghiera. Senza salutare nessuno. Tutti capiscono che dal centro del suo cuore sanguina ancora una ferita. Contro l'orizzonte gli alberi sono solo disegnati e i colori troppo forti per essere reali. "Un buon posto per dimenticare" ripetono in continuazione i protagonisti."
Emidio Clementi,Manciuria, tratto dal'album "da qui" dei Massimo volume, 1996.

domenica 23 marzo 2008

Omaggio a Rimbaud

Arthur Rimbaud
"Chissà perché desiderava tanto sfuggire alla realtà… Mai visto un uomo con aspirazioni del genere. Conosceva forse segreti che cambiano la vita?"

Immagini e dialoghi dal film "Poeti dall'inferno",1995.


Paul Verlaine: A volte parlava in una specie di tenero dialetto della morte che porta al pentimento, degli infelici che certamente esistono, di dolorosi doveri e di strazianti distacchi. Nelle bettole dove ci ubriacavamo egli piangeva alla vista di coloro che ci attorniavano, il bestiame della povertà. Egli sollevava ubriachi nei vicoli oscuri. Aveva la compassione che una cattiva madre ha per i suoi piccini. Si muoveva con la grazia d'una ragazza al catechismo. Pretendeva di intendersi di tutto: affari, arte, medicina… E io lo seguivo… dovevo seguirlo!


Paul: Dal giorno della sua morte mi appare tutte le notti. Il mio grande e radioso peccato. Siamo stati sempre felici, sempre, lo ricordo… Arthur: L'ho trovata.Paul: Cosa? Arthur: L'eternità. E' il sole in comunione con il mare.

Arthur: Avanti, avanti … Dobbiamo partire!Paul: Non lo so…Arthur: Si, è il momento. I giorni più felici della mia vita li ho vissuti quando scappai di casa. Non sapevo dove andavo ma continuavo ad andare. Non vidi mai giorni così lunghi e colorati. La distanza non mi bastava mai… Io non ho mai visto il mare… Volevo andare in Africa, a piedi, attraversare il deserto… Io volevo il sole… io volevo il sole. Io voglio il sole! Lo vuoi capire? Io voglio il sole!Paul: Dove vorresti andare?Arthur: Non lo so, non m'importa, voglio andare via…









"Io divenni un bellissimo melodramma e vidi che tutto il creato è condannato alla felicità".


Che ti succede, sei ritornato alla rima? "Le magiche forme ho ricercato della felicità cui nessuno sfuggire potrà". E' stupendo. Mi domando solo perché hai deciso di scrivere a me. Sei tanto più avanti che non potrò mai comprendere i messaggi che mi invii. Mi fai sentire come se io venissi da un altro secolo. "Le magiche forme ho ricercato della felicità cui nessuno sfuggire potrà". E' magnifico.Arthur: Ho scelto te per un'ottima ragione. Vedi, io so sempre che cosa dire, ma tu… tu sai come dirlo… Lo volevo imparare da te… e l'ho fatto.



Arthur: Ho smesso di scrivere.Paul: Non capisco… Arthur: Te lo dico più chiaro: io non scrivo più. Paul: E perché?Arthur: Perché non più ho niente da dire. E forse non ho avuto mai niente da dire in realtà.Paul: Ah, che sciocchezze!Arthur: Credevo che ciò che facevo servisse a qualcosa, a cambiare il mondo. Che niente sarebbe stato più lo stesso… Ma è inutile, il mondo è troppo vecchio e non c'è niente di nuovo. E' stato detto tutto.Paul: Ma non come lo sai dire tu, eh! Tu hai un dono e sarebbe un crimine gettarlo via solo perché le tue aspettative non erano realistiche. Sono le aspettative che tu devi cambiare! Arthur: E' un mio dono e posso farne ciò che voglio! Paul: Ma non puoi smettere, hai appena cominciato!Arthur: Sta' tranquillo saprò tacere bene. Nessuno riuscirà a smuovermi. Sarò il maestro del silenzio.



"Queste non saranno pagine di critica. I critici sono foglie morte che giacciono immobili mentre lassù, in alto infuria l'uragano. Dire qualcosa mentre si è rapiti dall'uragano, ecco l'unico fatto che possa compensarmi di non essere io stesso l'uragano; e anche l'unico modo di scrivere criticamente su un poeta. Rimbaud disse gloriosamente che il conseguimento della poesia e è il conseguimento della vita. Conoscere il proprio io e possederlo: l'immagine perfetta è la sensazione perfetta. Avere il proprio io, nei giorni della giovinezza, con ogni centimetro del proprio corpo in tensione, per guardare e ascoltare e interpretare..Plasmare il proprio io, allora, attraverso un "lungo, immenso e ragionato sconvolgimento di tutti i sensi".
da Il primo Dio, Emanuel Carnevali


Sensazione

Nelle azzurre sere d'estate, me ne andrò per i sentieri,
punto dalle spighe, calpestando l'erba tenera:
sognando, ne sentirò ai miei piedi la freschezza.
Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.

Non parlerò, non penserò a nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
e andrò lontano, molto lontano, come un vagabondo,
attraverso la Natura, - felice come con una donna.
Arthur Rimbaud

venerdì 21 marzo 2008

Passione






Eccomi, sono qua. Sono io. In mezzo a una folla di gente vestita con cappotti pesanti, grigi. Dentro la stazione ognuno osserva gli orologi e aspetta il suo treno. Ognuno cerca la verità. Ognuno è solo. Io indosso un abito rosso e il mio sorriso è quasi maligno. La telecamera zoomma: da vicino lo sguardo è molto più innocuo, il sorriso è dolce, ma gli occhi..quelli hanno la potenza della malizia. Li dirigo sopra di me, a quel lampadario bizzarro che crea strani effetti di luce. Le enormi finestre dietro di me proiettano il mondo fuori col suo carico di luce. Me ne sto a girarmi i pollici, io rossa, in mezzo al grigio e mi viene da ridere. Non mi trattengo più. Io e il mio vestito rosso, il mio naso e il mio dito indice, il mio cuore violento e tutto il carico di passione che possiedo.
Hachiko

Chi sei tuuu?!






Ore 11.29

"Alice raccolse il ventaglio e i guanti e, siccome la sala era molto calda, prese a sventolarsi mentre ricominciava a parlare. - Dio mio! com'è tutto strambo oggi! E ieri le cose andavano come sempre. Mi chiedo: che sia stata scambiata nella notte? Lasciami riflettere: quando mi sono alzata stamattina, ero la stessa? Quasi quasi mi par di ricordare che mi sentivo un pò diversa. Ma se non sono la stessa, la domanda seguente è: chi diavolo sono io? Ah, eccolo il grande rompicapo!"
Le avventure di Alice nel paese delle Meraviglie-Lewis Carrol

"Ripensandoci tempo dopo, Alice non riuscì a capacitarsi di come avessero cominciato; tutto quel che ricordava è che correvano mano nella mano e che la Regina correva così veloce che non poteva far altro che andare di pari passo con lei; e tuttavia la Regina continuava a gridare:-Più presto! Più presto!" - e Alice sentiva che non avrebbe potuto andare più svelta sebbene non le rimanesse il fiato per dirlo. La cosa più strana era che gli alberi e le altre cose intorno a loro non cambiavano mai di posto: per quanto veloci andassero, sembravano non superare nulla. "Mi chiedo se tutte le cose si muovono con noi", pensò la povera e sconcertata Alice. E la Regina parve indovinare i suoi pensieri, perchè gridò:-Più presto! Non cercare di parlare!"
Al di là dello specchio-Lewis Carrol

giovedì 20 marzo 2008

Fiori blu





Non sempre rispondo

dipende dai giorni

dall'aria che tira tra me e i miei ricordi...

Sai, nella mia testa

cade una grandine molto violenta

forse passeggera

ma ritornerà...

tu non aspettarmi

preparati pure un sandwich...




Cristina Donà






martedì 18 marzo 2008

domenica 16 marzo 2008

Hachiko


Questa è Hachiko, un personaggio di un manga giapponese di nome "Nana" di cui hanno fatto anche un anime.E' la storia di due ragazze molto diverse tra loro che si ritrovano a vivere insieme a Tokio; in comune hanno il nome (Nana) anche se una delle due viene soprannominata dall'altra Hachiko,detta anche Hachi, per il suo carattere enfatico e fedele..diventeranno molto unite perchè in fondo si assomigliano, entrambe sono delle sognatrici, ma mentre Nana mira a sfondare nel mondo della musica con il suo gruppo (i Blast), Hachi è in continua ricerca di se stessa e nel frattempo si lega profondamente ad alcune persone,innamorandosi e facendosi coinvolgere in modo assoluto..
Credo che lei mi assomigli molto: dolce, affettuosa,premurosa,romantica,disponibile,solare,sensibile,amante della musica...e a volte anche buffa!