mercoledì 25 marzo 2009

cocktail della noia - riflessioni su un weekend -




Ogni tanto mi capita di sentire che la vita mondana proprio non m'appartiene, eppure continuo a frequentare, anche se per fortuna non molto spesso, alcuni locali, a uscire per passare un venerdì o un sabato sera fuori. Questo è uno dei momenti in cui mi rendo conto che anche i luoghi che in teoria dovrebbero maggiormente rappresentarmi, in cui le persone vengono ad ascoltare della musica dal vivo di un genere cosidetto alternativo che io personalmente seguo, riescono solo a farmi sbadigliare. A volte capita di recarmi in posti in cui si celebrano piccoli eventi e dei quali conosco almeno un terzo dei presenti e nonostante questo mi rendo conto che dopo un pò che me ne stò lì, a sorseggiare qualche mischiume di bevanda alcolica e a far finta di avere una conversazione - in questi casi l'attenzione si cattura soltando dicendo scemenze, ancor meglio se di carattere sessuale - e se la musica non riesce particolarmente ad emozionarmi o interessarmi davvero( sarebbe almeno un buon motivo per essere lì) allora compare un certo vuoto, una sensazione di inutilità e di stanchezza che piano piano mi invade. Tra gente che cerca qualcosa che non trova e altri che si credono a un metro da terra rispetto agli altri, tra quelli che hanno bevuto troppo (forse gli unici che almeno hanno l'illusione di divertirsi) e quelli che li stanno a guardare soddisfatti(sarà l'effetto reality?)si continua a perpetuare un'età che non abbiamo più e a voler ridere su ciò che, in realtà, non fa più lo stesso effetto...
Ma forse parlo solo per me, o almeno, per me non fa più lo stesso effetto!Ma anch'io per un pò sto al gioco e talvolta anche io interpreto la parte di chi "ha bevuto troppo" o di chi "stà a guardare".
Aveva ragione Pirandello quando diceva che abbiamo migliaia di maschere e che in fondo, dietro ad esse non siamo nessuno...eppure ci riteniamo tutti così unici e meritevoli di attenzione! Come siamo patetici!Questo mi fa sorridere..avere trent'anni oggi che cos'è?Certe cose hanno senso quando vengono fatte in certi momenti della vita e in certe situazioni. Credo che le persone che davvero sono state bene quella sera sono quelle che sono capitate lì per caso, magari erano stranieri in una città da scoprire, senza un'identità precisa in mezzo a facce sconosciute senza importanza, che si ritrovano un locale pieno di persone con un sottofondo musicale affascinante...magari sono state lì mezz'ora, un'ora e poi sarebbero state pronte per una nuova avventura. Allora forse poteva avere un senso la loro entrata lì, non chi si preparava da mesi a quell'evento, non chi ha scelto le canzoni, non chi si aspettava di incontrare qualcuno, non chi ha scelto accuratamente i vestiti per la serata, non me, non voi, solo quelle fortunate persone entrate lì dentro per caso. Tutto il resto, invece, è solo noia e una gran voglia di tornare a casa evitando di bere troppo per non essere fermati e farsi ritirare la patente come è successo a un gruppo di persone che erano lì, quella sera, tacita, liquida, lunare sera di marzo.

1 commento:

marco lenzi ha detto...

Bello questo post, mi piace il punto di vista sulla serata. Mi ci sono trovato spesso, per certi versi sempre, in questa situazione. Per me non è un problema di età, questa influisce solo riguardo alla frequenza con la quale ci si ritrova altrove rispetto al contesto ed alla profondità della riflessione che si riesce a ricavarne.
Penso sia una questione di indole, una di quelle parti innate e non modificabili del carattere, almeno del mio.
Mi piacciono molto le ultime consderazioni, e devo dire che mi è capitato felicemente di essere in grado di sentirmi "straniero" a contesti che presumevo di conoscere perfettamente; di essere straniero rispetto alla quotidianità e questa è senza dubbio uno stato mentale meraviglioso, anche se, purtroppo, decisamente raro.