"Ci sono imprevisti fisici e imprevisti mentali. Ma la gente nega decisamente l'esistenza di questi ultimi: non se ne parla mai come motori dell'evoluzione. Eppure non c'è niente di più fondamentale, nel divenire umano, degli imprevisti mentali. L'imprevisto mentale è polvere entrata per caso nell'ostrica del cervello, nonostante la protezione delle valve chiuse della scatola cranica. Improvvisamente la sostanza molle che vive nel cuore del cranio è turbata, sconvolta, minacciata da questo corpo estraneo che si è infiltrato; l'ostrica, che vegetava in pace, fa scattare l'allarme e cerca di correre ai ripari. Inventa allora una sostanza meravigliosa, la madreperla, e ne riveste la particella intrusa per incorporarla. Crea così la perla."
Amélie Nothomb, Metafisica dei tubi. Foto di Chris Winget
Amélie Nothomb, Metafisica dei tubi. Foto di Chris Winget
4 commenti:
In fondo al mare cadono le onde
Riposano per ripartire
e lasciano un’impronta sulla sabbia prima di sparire.
In fondo al mare nuotano i miei sogni,
pronti per risalire.
In fondo al mare naviga il silenzio,
rinchiuso dentro a sfere d’aria.
Lo guardo allontanarsi e diventare
...l’universo in fondo al mare.
Voglio restare dentro questo quadro blu,
qui in fondo al mare
l'oceano mi spaventa, ma qui in fondo, lontano da tutto, mi ninna l'idea di coltivare preziosamente l'imprevisto
Gli imprevisti ti cambiano la vita!
Elena
accidenti, pensavo di essere il solo (assieme ad Emidio Clementi) ad aver letto Il primo Dio \o/.
Urlavo a squarciagola la mia pazzesca formula della divinità, ripetendo che io ero, per me stesso e per tutti gli altri uomini, il Primo Dio, l'Unico Dio, che ero un carico di spezie giunto improvvisamente in porto.
Rimbaud
preghiera
a cose più belle di me
Rimbaud
Avvento della giovinezza
Immagine perfetta
Sensazione perfetta.
Massimo volume, Lungo i bordi, Il primo dio
De Il primo Dio ho una seconda edizione (giugno 1994) di Adelphi, anche in questa ci sono le poesie scelte, una delle mie preferite è The Playboy of the Western World di Synge.
Un verso della tua poesia, invece me ne ha fatto venire in mente uno di Montale (anche se non c'entra niente lo cito ugualmente).
[...]
Lieto leggerò i neri
segni dei rami sul bianco
come un essenziale alfabeto.
[...]
Quasi una fantasia
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