martedì 29 luglio 2008
giovedì 24 luglio 2008
Yoga
Lo yoga è molto più di una attivita' fisica, è una splendida disciplina capace di realizzare armonicamente la comunione del corpo con la mente, apportando sostanziali benefici sia fisici che mentali.
La pratica costante tonifica la muscolatura in modo omogeneo, rende agile il corpo, corregge le errate posture della colonna vertebrale, insegna a sentire il respiro e a renderlo profondo.
Al tempo stesso la mente trova la sua massima espressione nella meditazione, in uno stato cioè di mente chiara, necessario alla conoscenza della verità.
I primi libri a far riferimento allo yoga sono stati gli antichi Tantra e successivamente i Veda. Ma è nelle Upanishad che lo yoga inizia ad assumere una forma più definitiva e con gli Yoga Sutra del saggio Patanjali che è stato codificato il primo sistema definitivo, unificato ed esauriente.
Nel sesto secolo a.C., l’influenza del Buddha diede risalto agli ideali della meditazione, dell’etica e della moralità e le pratiche preparatorie dello yoga vennero ignorate. Tuttavia i pensatori indiani compresero ben presto i limiti di questa visione e tornarono ad insegnare che, prima di intraprendere le pratiche meditative, è necessario purificare il corpo ed i suoi elementi.
Per l’uomo di oggi lo yoga è un’eredità spirituale importante e non solo. La terapia fisica e mentale è uno dei risultati più concreti, pur essendo ben lontano dall’essere un insieme di semplici esercizi fisici. La pratica dello yoga conduce il corpo e la mente lungo una rotta che ha come meta il – giusto vivere –, agendo su tutti gli aspetti della persona, fisico, mentale, emozionale, psichico, e spirituale.
Il corpo è lo strumento che ci consente di lavorare su noi stessi. Se siamo deboli e doloranti, sicuramente ci sentiremo abbattuti o insoddisfatti, difficilmente avremo la mente libera e serena. Lo Hatha Yoga, delle posture mantenute in maniera stabile e confortevole con l’aiuto della consapevolezza del respiro, consente a tutti di migliorare lo strumento, la propria “macchina lavoro”. Per mezzo di flessioni, estensioni e torsioni, diamo tonicità alla muscolatura ed elasticità alle giunture, miglioriamo la funzionalità di tutti gli organi interni del corpo.
Con il Pranayama utilizziamo i metodi per attivare e regolare la forza vitale e con ciò ottenere uno stato più elevato di energia vibratoria. Lo strumento di lavoro è il respiro, che fa da ponte fra il corpo e la mente, coordina i movimenti, modula lo sforzo e lenisce le tensioni.
I risultati così ottenuti dal corpo e dal respiro portano beneficio alla mente, che si calma ed è libera di rivolgersi a sé. Possiamo allora praticare il Ritiro dei Sensi (Pratyahara) e la Concentrazione (Dharana) e, quando quest’ultima permane stabile come spazio vuoto fra un pensiero ed il suo successivo, accade la Meditazione (Dhyana).
Allora per tutti qualcosa cambia…….ed entriamo nella pratica del Raja Yoga, per ottenere una mente chiara e limpida, in grado di osservare se stessa.
La meditazione non è appannaggio di uomini di fede o di cultura. E' di tutti coloro che la vogliono e si adoperano per svilupparla. La meditazione è un atto fisico, perchè appartiene al corpo come una qualsiasi altra funzione e si innesca anche in via naturale, in certe ore del giorno, spontaneamente, se solo non ci opponiamo; la presunzione, il razionalismo, e l'intelletto, sono i suoi primi nemici. Meditare è un'arte e come tale va gestita, o meglio, è arte allo stato puro e quindi capace di concretizzare esperienze interiori, o spirituali, di tipo catartico ed estetico con tutte le conseguenze sull'assetto dell'IO.
Saggezze orientali
mercoledì 23 luglio 2008
lunedì 21 luglio 2008
Sogno
Chemical brothers - Italia wave 19/07/08 "Hey boy Hey girl"
Questo concerto è stato stupefacente! mi sono divertita un sacco, è stata un'emozione unica!!!i video e gli effetti erano bellissimi! C'erano più di 15.000 persone..un evento!
giovedì 17 luglio 2008
Piccoli progetti e grandi sogni
martedì 15 luglio 2008
All'unisono
Perchè ho accanto una persona come lui, perchè ho di fronte un futuro con lui e sarà dura costruire la mia vita ma noi saremo insieme. Questo mi dà sollievo e sento per la prima volta che quello che mi aspetta è meglio di ciò che avrei creduto, che il mio futuro è raggiante e sono piena di vita e di amore.
Ieri sei partito ma adesso so che siamo all'unisono. Che siamo legati ora più che mai. Che staremo insieme sempre. Dopo questa prova tornereai più forte che mai, la solitudine del tuo viaggio ti servirà a rimettere in ordine e ad accettare quest'ultimo anno, tutto quello che ti è successo, la confusione, la depressione, il lutto, le paure e la rinascita, sarà un bilancio, una riflessione interiore molto profonda e quando ritornerai ricomincerai una nuova vita.
Le tue ultime parole erano forza, erano speranza, fiducia. I tuoi ultimi sguardi erano teneri e arresi alla felicità. Io e te, all'unisono.
giovedì 10 luglio 2008
mercoledì 9 luglio 2008
arancia meccanica - scena iniziale
« Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Ed eravamo seduti nel Korova Milk Bar, arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova Milk Bar vende latte+, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quel che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto, e disposto all'esercizio dell'amata ultraviolenza. »
(Alex - nella famosa sequenza iniziale)
Lo strano caso del Dott. Jeckill e del Signor Hide
The Notwist - Good Lies
Good lies, le buone bugie. Quelle che diciamo a noi stessi, rincorrendo i nostri sogni, guardandoci allo specchio. Le bugie che diciamo a volte agli amici, per non farli soffrire oppure perchè non sopportiamo di essere noi i carnefici. Le buone bugie che nascondono l'ipocrisia inevitabile di ogni nostra azione, ogni nostro movimento verso l'altro. Siamo malati di opportunismo e qiesto non è pessimismo, è realtà, è sguardo lucido dentro l'essenza dell'uomo, la sua parte oscura, l'altra faccia della luna.
Mi è capitato, non solo una volta, ma di recente in particolare, di usare "buone bugie" credendo di far bene, ma ho fatto soffrire lo stesso un'amica. Siamo tanto bravi nelle parole, negli intenti altruisti ma siamo ipocriti perchè non ammettiamo il nostro profondo egoismo, la nostra cattiveria innata (Hobbes non aveva ragione?). Cosa penso? Penso che dobbiamo smettere di crederci così buoni e meritevoli di amore e comprensione, quando ognuno in fondo pensa al suo pezzettino di terra, al suo pezzettino di mondo che gli spetta. Collaboriamo perchè ci fa comodo, la solidarietà ci salva, ma noi non possiamo essere salvati dal male che è dentro di noi. Le regole sociali del vivere comune ci fanno inorridire di fronte ai comportamenti insensibili di alcune persone, ma noi siamo come loro. Noi siamo come loro. In fondo non c'è molta differenza tra un serial killer e una casalinga. Io, che sono una persona che viene normalmente considerata da chi mi conosce, anche da poco, una "brava ragazza" con sani principi, disponibile verso gli altri, riesco lo stesso a compiere gesti profondamente sbagliati e scorretti nei confronti di che si fida di me. Perchè ho desideri, ho preferenze, ho dubbi sulle persone e ho sbalzi d'umore. Tutto ciò, chè è assolutamente umano, può ferire una persona. Non è una scoperta, ANCH'IO SONO MALATA DI EGOISMO, è una riconferma della natura umana, ed io, che almeno ho il dono dell'onestà, ammetto di essere cattiva, molto cattiva, perchè fa parte di noi. E non c'è scampo. Anche la persona che ho fatto soffrire (ritratto dell'ingenuità e della bontà) a sua volta è marcia dentro, logorata dai suoi egoistici desideri, e quindi, qual'è la formula, cosa dobbiamo fare per rispettarci di più? Niente. Non c'è una risposta. L'unica cosa che mi viene in mente è:
"Dobbiamo farci carico a vicenda dei nostri egoismi"